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Everywhere shopping: gli e-tailer attaccano.... i retailer pure

12/9/2013

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Everywhere shopping: gli e-tailer attaccano… i retailer pure

Amazon, dopo una lunga e silenziosa fase di test, sembra essere pronta a rendere operativo il proprio servizio di vendita di prodotti alimentari fuori dai confini del territorio di Seattle, dove si trovano i suoi headquarters.

Quello dei prodotti alimentari è uno dei settori retail ancora lontano dall’essere dominato dagli e-tailer a causa dei bassi margini di esercizio e delle specificità connesse all’immagazzinamento e trasporto delle merci deperibili. Amazon può oggi confrontarsi con questi problemi grazie ai margini assicurati dai prodotti no-food, ammortizzando i costi della propria rete logistica.

Questa rappresenta uno dei maggiori punti di forza di Amazon che è oggi in grado di dotare il proprio efficientissimo apparato distributivo delle caratteristiche necessarie alla gestione delle merci deperibili, affrontando costi incrementali che assicurino comunque adeguata redditività al business.

I piani iniziali prevedono di offrire prodotti alimentari nell’area “urbana” di Los Angeles, seguita, entro la fine dell’anno, dalla San Francisco Bay Area. In base ai risultati in queste prime due aree, Amazon prevede di espandere il servizio ad altre 20 aree urbane, alcune fuori dagli USA, nell’arco del 2014.

E’ facile intuire la potenziale portata di questa trasformazione per i retailer ma anche per altri attori della filiera distributiva. La indiscutibile capacità di Amazon di applicare il proprio modello di business, garantendosi prevedibilmente alti margini anche sul food, rappresenta una seria minaccia per retailer come Kroger e Whole Foods e, allo stesso tempo, per compagnie come UPS e FedEx, visto l’ulteriore sviluppo della flotta di veicoli che Amazon utilizza per la consegna domiciliare di un numero sempre più ampio di articoli.  

Anche eBay, e non è la prima volta, si muove in modo da allargare il proprio business avvicinandosi sempre di più al mondo del commercio fisico e condividendone (e per alcuni invadendone), in parte, gli spazi.

In collaborazione con Kate Spade NY (circa 200 negozi di abbigliamento e fashion design in giro per il mondo), nel recente mese di giugno, sono stati utilizzati a Manhattan alcuni storefront interattivi.

Attraverso i touchscreen, posizionati nelle vetrine dei negozi e operativi h24, il cliente poteva scorrere, visualizzare, confrontare, scegliere e ordinare i prodotti della nuova linea di Kate Spade, richiedendone anche la consegna entro un’ora in un numero elevato di specifiche aree di New York con pagamento a mezzo PayPal Here (integrazione carte di credito con PayPal).

Questa forma innovativa di distribuzione coniuga il meglio dello shopping on-line (mobile technologies, same-day delivery, digital payments) con le esigenze di fisicità di una customer experience semplice e coinvolgente.

Gli storefront interattivi sono stati aperti ai newyorkesi fino allo scorso 6 luglio come parte di una sperimentazione di un mese nel teatro di Manhattan. A tale proposito, eBay ha dichiarato di essere orgogliosa di esplorare innovazioni che aiutano a guidare il futuro del commercio: “Non si può essere innovatori senza prendersi dei rischi. Le aziende devono spingere i confini delle tecnologie digitali con il fine di alimentare un commercio più interconnesso. In futuro noi vediamo il commercio come locale e globale allo stesso tempo, online e offline, dove piccoli e grandi player possono avere successo entrambi piuttosto che uno a discapito dell’altro”.

E i retailer? La loro risposta si arricchisce sempre di più di iniziative volte a “portare il negozio fuori dalle sue quattro mura”.

“Se i clienti non possono venire da E-Mart, E-Mart vola da loro” recita un commercial della catena distributiva Coreana E-Mart. E ci vola…letteralmente!

Non nuova a iniziative particolarmente innovative, E-Mart ha creato e testato a gennaio scorso un negozio “volante” che presidiava le aree di Seoul che, lontane dai propri store fisici, si contraddistinguono per la forte densità di potenziali clienti. Il “negozio” era un piccolo pallone aereo in forma di furgoncino ed era equipaggiato con un router wi-fi.

I Coreani sono tra i lavoratori più stacanovisti del globo e queste persone, essendo tremendamente occupate, considerano l’accessibilità come principale driver di scelta di un negozio.

Grazie al negozio “volante”, i clienti potevano connettersi al segnale wi-fi del pallone attraverso i propri smartphones e scaricare istantaneamente coupons o acquistare subito prodotti usando la mobile app di E-Mart.

Secondo E-Mart le proprie vendite in-store nell’area considerata sono aumentate del 9.5% e quelle on line del 157%. I nuovi downloads della mobile app di E-Mart sono stati oltre 50.000 in un solo mese. Ecco il link di un bel  video sulla iniziativa: http://www.youtube.com/watch?v=qHGejSWTmvw#at=83

Un’altro esempio? Il noioso tempo di attesa di un bus (e in generale di un mezzo pubblico) può essere utilizzato per effettuare alcune attività comunque necessarie e spesso improcrastinabili. E’ su questo assunto che Walmart, sull’esempio di quanto fatto da Tesco nelle metropolitane di Singapore, sta portando il supermercato alla fermata dell’autobus.

A breve, nelle pensiline dei bus di Toronto, in Canada, saranno testati una cinquantina di mobile stores presso i quali i clienti, utilizzando i propri device mobili per la lettura di QR-codes potranno acquistare generi di prima necessità programmandone la consegna a casa senza sovrapprezzo.

L’iniziativa è parte di una più ampia strategia di supporto a Walmart.ca, il sito di e-commerce canadese di Walmart, destinato ai clienti che non hanno tempo o inclinazione a recarsi ogni week end presso uno store fisico per la spesa settimanale.

Grazie a Helmethub, a cominciare proprio dai prossimi giorni, i ciclisti di Boston potranno noleggiare caschi di sicurezza tramite una serie di vending machine a energia solare posizionate in prossimità delle postazioni Hubway (il popolare servizio di bike sharing attivo in città).

Ciascuna vending machine contiene fino a 36 caschi, noleggiabili o anche acquistabili, e funziona tramite un touchscreen simile a quello del kiosk Hubway di noleggio biciclette. Quando un ciclista riconsegna l’elmetto questo, riposto nella vending machine, viene ritirato per essere controllato e sanificato prima della reimmissione nel circuito di noleggio.

Helmethub, concept ideato da un gruppo di studenti del MIT, è un chiaro esempio di come la distribuzione fisica di prodotti e servizi possa ricavarsi ulteriori spazi di vendita sforzandosi di intercettare (e sollecitare) il bisogno del potenziale cliente nel momento e nel luogo in cui questo si origina. A cominciare da New York, altre grandi città degli USA, impegnate nella ridefinizione del proprio sistema di bike sharing, seguiranno presto l’esempio di Boston.

Gli esperti di marketing digitale BKWLD hanno recentemente lavorato con l’agenzia creativa Hoffman Lewis per sviluppare una campagna integrata per McDonald’s nell’area di St.Louis. Il loro obiettivo era di incrementare il traffico mattutino nei ristoranti e, specificatamente, aumentare le vendite legate alla “colazione” o all’acquisto del pranzo da portarsi via e consumare poi sul posto di lavoro.

La comunicazione ha visto la produzione di un commercial in cui, negli angoli delle strade della città, dei pop-up menu parlanti augurano un caloroso buongiorno ai primi passanti del mattino. I passanti, simpaticamente incuriositi, possono effettuare immediatamente un ordine tramite smartphone con una apposita app e, in pochi minuti, un sorridente ragazzo in divisa McDonald’s arriva in moto per consegnargli quanto ordinato. Ecco il link al filmato: http://vimeo.com/61927903

Ovviamente è solo una iniziativa pubblicitaria, per ora….

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