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Sex shop sempre piu' "esperienziali"

10/10/2013

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“Sexy shop sempre più esperienziali”

La sessualità umana è un aspetto fondamentale e complesso del comportamento. A essa sono legati importanti aspetti sociali che hanno contribuito alla nostra evoluzione in base alle caratteristiche diverse dei generi maschile e femminile. A essa sono anche legati gli ambiti che riguardano la finalità riproduttiva e la ricerca del piacere. La sfera sessuale, riguardando alcuni tra i più importanti bisogni dell’uomo, è molto ampia e investe, tra le altre, la biologia, la psicologia, la sociologia e la cultura. Essa attiene allo sviluppo e alla realizzazione dell'individuo e coinvolge tutta la sua vita affettiva, emozionale e relazionale.

Di conseguenza, rimanendo anche solo agli ambiti relativi alla finalità riproduttiva, alla affettività e alla ricerca del piacere, da questi hanno origine una serie molto ampia di bisogni che, in base alle differenze culturali, si manifestano in modo differenziato nelle diverse società ma che accomunano gli individui a prescindere dalla razza, dal genere, dalla religione, dall’età.

Basti pensare al costante invecchiamento della popolazione nelle società cosiddette avanzate e alla domanda di una sessualità piena e soddisfacente da parte di una quantità crescente di persone in età avanzata; o al raggiungimento, in età sempre più bassa, della consapevolezza sessuale da parte dei giovani e al conseguente inarrestabile mutare di alcuni costumi; o, più generalmente, a un desiderio, dichiarato anche pubblicamente e sempre più liberamente, di sperimentare e vivere una vita sessuale meno condizionata da vincoli di natura sociale, culturale o religiosa.

Ed esempio, anche in Italia, negli ultimi anni si è assistito al proliferare di un numero crescente di format televisivi sul tema.

La sessualità è analizzata dal punto di vista scientifico all’interno di documentari storici, sociali e antropologici (“Sesso e potere”, “La guerra dei sessi”, ecc.) ma anche dal punto di vista affettivo ed educativo della sessuologia di coppia (“Sex therapy”) o infine da quello edonistico, con diversi talk show incentrati sul piacere e sulle fantasie sessuali di uomini e donne “comuni” (“La Mala Educaxxxion”, “Sex education show”).

Il web, naturalmente anticipatorio di molte nuove tendenze, pullula di siti, blog e forum sulla sessualità e sui mondi a questa contigui (e non mi riferisco a pornografia o prostituzione): amori, incontri, erotismo, seduzione, arte, cultura, cibo, educazione sessuale, patologie, sono i temi su cui persone comuni si scambiano esperienze e chiedono consigli (“Donna Moderna”, “Al femminile”, ecc.).

Le patologie sessuali, escono dal web e occupano sempre più spazio sui giornali e anche in TV come nel caso della recente campagna di sensibilizzazione sulla eiaculazione precoce.

Mentre i media, specchio della cultura e dei fenomeni sociali, offrono spazio al tema, ne alimentano la diffusione e contribuiscono ad abbattere le naturali barriere psicologiche e sociali a esso collegate, il retail, soprattutto in Italia, è restato legato a modelli antiquati sia dal punto di vista dell’offerta che del posizionamento della formula.

La distribuzione fisica di prodotti attinenti la sfera della sessualità è relegata essenzialmente ai settori dell’editoria pornografica (video e riviste) e dei sex toys, in costante concorrenza con lo strapotere del web, mentre i luoghi sono i sex shop, negozi contraddistinti da una formula estremamente basica (esposizione e cassa) e che non brillano per la propria accessibilità sia dal punto di vista della localizzazione sia dal punto di vista della customer intimacy.

E’ probabile che questa formula, forse legata al fascino del proibito e dell’inconfessabile, sia stata (e in parte sia ancora) una leva di successo, destinata forse a colpire una specifica fascia di consumatori, più libera e disinibita nei comportamenti privati ma desiderosa di una certa privacy quando acquista.

Il loro stesso nome (sex shop) e la focalizzazione quasi esclusiva sulla pornografia e sui sex toys/gadgets, con pochissime concessioni alla contaminazione con gli innumerevoli mondi contigui alla sessualità, rende questi negozi dei posti relativamente di nicchia, una nicchia peraltro ampia e in costante crescita grazie anche alle novità che l’industria dei sex toys propone: materiali, design, tecnologia.

L’impressione è che una revisione della formula distributiva sia necessaria (e anche possibile dal punto di vista della maturazione del mercato), soprattutto se la distribuzione fisica vuole sottrarsi alla concorrenza del web  e definire una propria, nuova, identità.

E di esempi, anche in Europa, ce ne sono già…

Kiki de Montparnasse è un retailer che celebra l’intimità e ispira l’immaginazione romantica. Convinto che il piacere sessuale sia alla base di una vita piena e ben vissuta, offre prodotti ed esperienze che aiutano a esplorare le proprie fantasie erotiche e la capacità di comunicare il desiderio ai propri partners.

I suoi 3 flagship di New York, Los Angeles e Las Vegas si posizionato nella fascia luxury del mercato, e, partendo dalla lingerie, disegnano e firmano collezioni esclusive nelle categorie della gioielleria e dei sex toys di design, degli accessori per il bagno e  per l’home décor, dei prodotti per la cura del corpo, fino ad arrivare all’arte, ad esempio con libri in cui il mondo dell’eros è protagonista.

Queste stesse linee di prodotto sono inoltre distribuite presso altri grandi retailer in Nord America, in Europa e in Asia, Medio Oriente compreso.

Fun Factory è forse uno dei maggiori produttori europei di sex toys di design per lui e per lei. I suoi due concept stores di Berlino e Brema sono stati disegnati dal famoso architetto Karim Rashid e si configurano come luoghi in cui, in totale assenza di barriere espositive, i temi dell’eros, della seduzione e del piacere sono sperimentabili attraverso il contatto diretto (visivo e tattile) con una moltitudine di sex toys e gadgets.

E’ inoltre favorito l’accesso ai suggerimenti di commessi che sono veri e propri consiglieri e la partecipazione a frequenti eventi divulgativi, artistici o educativi sul mondo della sessualità.

Coco de Mer è il tempio londinese dell’eros. Il suo pay off recita “For Lovers, Adventurers & Dreamers” e la sua offerta è in linea con questa dichiarazione e la interpreta in modo eccentricamente British e con l’audacia tipica di una cultura aperta e poco condizionata.

La gamma di prodotti, simile a quella di Kiki de Montparnasse anche nel posizionamento luxury, è però più ampia e profonda, soprattutto nelle categorie che attengono direttamente ai variegati gusti sessuali di una fascia di individui tendenzialmente edonisti e cerebrali.

Vengono ad esempio profondamente esplorati i mondi del soft bondage e della soft domination attraverso una gamma di prodotti molto ampia che contempla anche corde, manette e frustini.

La vera differenza è però nelle experience che il negozio, un vero e proprio stage, offre alla propria clientela: mistress che insegnano l’arte dello spanking (sculacciata!), performer di burlesque che diffondono l’arte della seduzione, sessuologi ed esperti che insegnano a uomini e donne come regalare al proprio partner il massimo piacere, sia in generale che in specifiche branche di quella che viene portata a vera e propria scienza: i preliminari, la masturbazione reciproca, il sesso orale, ecc..

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